Comunità Viva

L'origine del gruppo è da accreditare al parroco don Pierangelo Facchinetti, quando nel 1967, ad appena un anno dal suo ingresso in parrocchia, cercò dei volontari per mantenere in buono stato gli spazi e le strutture parrocchiali, operando principalmente la domenica mattina, accompagnando i lavori con qualche panino ripieno di salamini e sottaceti uniti ad un buon bicchiere di rosso. L'attrezzo principale usato era la falce, ranza in dialetto: da qui l'appellativo “Ranzit” assunto dalla “squadra”, sostenuta sin dagli albori dall'Andreino Bianchi e dal Silvio Porro (memorabili le “imprese” in quel di Valcava). Col tempo quel primo drappello aumentò di numero e don Pierangelo propose di ampliarne le mansioni: si passò al taglio della legna per conto terzi devolvendo il ricavato alla sempre magra cassa parrocchiale. Nel gruppo esistevano diverse e valide competenze, fra queste, non poteva essere altrimenti, eccellevano ebanisti, intagliatori, decoratori, lucidatori: da qui l'idea di sfruttare quei “talenti” nel dare nuova vita a mobili antichi per poi proporli in vendita ai commercianti del settore. L'opera gratuita di queste persone è stata riconosciuta anche dall'amministrazione comunale che il giorno 8 dicembre 1997, festa patronale di Carimate, tramite l'allora sindaco Giampaolo Ronzoni, ha concesso al gruppo il diploma di Benemerenza Civica con la seguente motivazione “Alto esempio di servizio e disponibilità verso la comunità”. Col passare degli anni la schiera ha smarrito, non per sua volontà ma per l'incedere della carta d'identità, il brio iniziale ma non la verve originale, portata avanti con caparbietà anche dall'entrata di nuove braccia (poche per la verità). L'allegra compagnia, nell'intento di salvaguardare inalterata nel tempo le testimonianze “storiche”, ha voluto dare nuova luce a due “segnali fisici” significativi per la parrocchia: la chiesetta di S. Agata e il gruppo scultoreo della Madonna di Fatima. Per quanto riguarda il tempietto, l'opera, eseguita negli anni 2021 e 2022, è stata profusa nell'intento di fornire un'importante riqualificazione anche dell'ambiente circostante, mentre sul gruppo scultoreo si è intervenuti col rinforzo dell'intelaiatura interna, rinvigorimento dei colori e applicazione finale di un fissativo idrorepellente a spray. Nelle vicinanze del gruppo di Fatima due cipressi si innalzano su un ristretto spazio verde, dove un masso funge da appoggio a due colombe in gesso; sottovoce è stato proposto di collocare una piccola scultura di S. Francesco: si attendono altri suggerimenti per un'adeguata sistemazione. I nostri Ranzit non conoscono la parola “cassa integrazione” e sono sempre pronti a nuovi “mandati”.

a cura di FRANCESCO MOLTENI di Montesolaro
 

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